Amici supporter dell’Ardor 2006 eccoci qui a tirare le somme di questa intensa settimana calcistica. Cominciamo con la gara di Giovedì sera, recupero di campionato e derby contro i cugini del CAS di Sacconago. Gli avversari sono la capolista della classifica, ma il divario tra le squadre non sembra molto, il primo dei tre tempi sta per terminare sullo zero a zero, quando un rimpallo beffa la difesa e la palla carambola sullo stinco di Klint e va in rete nelle propria porta. Anche l’Ardor si fa pericolosa ma il tiro di Pagnan infrange le speranze del pari all’incrocio dei pali. Il secondo tempo termina zero a zero, mostrando un buon gioco e dei buoni scambi, evidenziando ancora una volta la più grossa difficoltà di quest’anno: fare gol. Il terzo tempo parte ancora bene poi su contropiede il CAS segna la rete dell’uno a zero. Il morale e la stanchezza annebbiano la mente dei giocatori che incredibilmente riducono ritmo e convinzione concedendo agli avversari anche il gol del raddoppio seppur scaturito da un’azione fortunosa e confusa nell’area di rigore. L’Ardor dal canto suo deve recriminare a se stessa il fatto di non essere riuscita nel pareggio sbagliando un tiro praticamente sotto porta.
Con un po’ di turn-over dei mister che hanno visto qualche giocatore particolarmente stanco, la squadra punta su Vittuone e sul campo dell’Oratorio che è più difficile da trovare di un parcheggio a Milano. Sulla carta dovrebbe essere una passeggiata, ma noi dell’Ardor stiamo diventando forti come la squadra tifata dai due mister, l’Inter e quindi ogni partita è storia a sé; a prescindere dalla posizione in classifica. Il primo tempo vede i ragazzi tentare con ogni mezzo il gol ma prendendosi anche qualche rischio in contropiede. Il palo frena la gioia in gola, tanto che ci viene da pensare che se ci fosse uno sport dove vince chi prende più pali noi saremmo da Champion’s league. Finisce in parità con qualche rammarico. Il secondo tempo inizia in maniera più incisiva con un buon aumento dell’intensità del pressing a centrocampo. Ricky Martino, dopo un’azione caparbia, riesce a mettere nel sacco infrangendo quel tabù che aleggiava sulla compagine blu fiammata. Una disattenzione, a trenta secondi dalla fine, gela il sangue a tutti con il pareggio dei padroni di casa. Il terzo tempo è quello decisivo e la voglia di portare a casa il risultato gioca un brutto scherzo ai leoncini dell’Ardor che si complicano la vita andando sotto di un gol, preso tanto per cambiare in contropiede. I ragazzi ripartono all’assalto e dopo un’ennesima lotteria di pali e traverse, finalmente arriva il pari su un tiro di Cantarella, sporcato nella traiettoria da un difensore, da Riccardo Martino, da un passante in bicicletta, da due cani randagi, da uno starnuto dell’arbitro fiero del suo fischietto. Dopo il gol la voglia è tanta di andare a vincere e i ragazzi ci provano cercando di lasciare il segno. Lorenzo Privitera colpisce due pali nella stessa azione e un tiro dalla distanza viene intercettato dal portiere con fatica. Finisce uno a uno con molti rimpianti e una sola certezza, se supereremo la sindrome da gol mancato gol subito, diventeremo davvero competitivi. L’unico comunque a lasciare davvero il segno è Andrea Cantarella che con un tiro ara il campo che domani verrà seminato a granturco dal custode di Vittuone, mentre con un altro tiro decide di dare una mano nella posa dell’albero di Natale, calciando il terreno e lasciando una voragine di circa tre metri che verrà usata per la posa di un abete bianco dell’altezza di nove metri.
Ora ricominceranno le amichevoli in vista della fase del campionato primaverile. I ringraziamenti vanno a tutti quelli che hanno giocato, che hanno aiutato e che hanno tifato. In particolare ci tengo a ringraziare quei ragazzi che hanno giocato meno ma che si sono allenati con molta umiltà e impegno, a loro va il mio particolare segno di stima per l’esempio di costanza e serietà che hanno dato. Le cronache proseguiranno anche durante le amichevoli e l’invito a seguire questa banda di matti anche durante le fasi future, ah ovviamente adesso stavo parlando dei due mister e dei due dirigenti.
All. Stefano Guarda