Il termometro dell’auto segna ben ventiquattro gradi, mentre la carovana Ardorina si dirige verso quel di Saronno. I Mister sanno che la squadra patisce in maniera particolare il caldo e la gara non potrà che essere condizionata da questa temperatura abbastanza anomala per questo periodo dell’anno. La gara inizia con la lotteria degli shoot out che vede la compagine dell’Ardor vincitrice. Il primo tempo parte con un ritmo abbastanza blando, il caldo condiziona subito la prestazione dei ragazzi. L’Ardor è più incisiva, anche se ingenuamente, ogni tanto, rischia qualcosa di troppo. Dopo un paio di errori clamorosi, Reda Roudi prende in mano la situazione e segna la prima rete con un gran tiro dalla distanza che s’insacca all’incrocio dei pali. Il mister Stefano, con tutto l’aplomb della scuola calcistica inglese, saluta l’abbandono della sfortuna con una frase che rimarrà incisa negli almanacchi: “ma vada via il….”. Ancora Reda, qualche istante dopo si gira bene e lascia partire uno sfilatino al grano saraceno che si stampa sulla traversa. Qualche istante dopo è ancora Reda, lo Zar del primo tempo, a siglare il raddoppio. Il secondo tempo vede l’Ardor soccombere sotto la propria stanchezza; il calo sensibile di ritmo mordente e decisione, lasciano infiniti spazi agli avversari che ricambiano il risultato del primo tempo con un indiscutibile due a zero per l’Amor. Prima dell’inizio dell’ultima frazione di gioco, il mister Stefano prova a dare di nuovo la carica motivando i ragazzi e rimodulando la formazione in campo. La gara appare da subito più equilibrata e decisa; nessuna delle due compagini vuole perdere la ghiotta occasione di portare in cascina punti preziosi. Su calcio d’angolo, a favore dell’Ardor, dopo un tocco verso la rete, un avversario blocca la palla sulla riga di porta con una mano, lasciando all’arbitro l’unica decisione possibile: calcio di rigore. La lotteria sul nome del tiratore è in fase compulsiva, quando dalla panchina il mister Stefano urla: “Tira Manuel!”. Manuel Ghidoni, il portiere, si gira e incredulo chiede alla panchina, dimenticandosi di essere l’unico Manuel in campo, “Chi, io?” Il mister annuisce e Manuel va sul dischetto e con tutta la freddezza di una punta dalla grande esperienza insacca la palla all’angolino, dove il portiere avversario non può arrivare. Il tempo avanza e i minuti corrono, mantenendo un ritmo al cardiopalma. Alla fine un contropiede di Riccardo Martino non trova il gol, ma trova il triplice fischio dell’arbitro che decreta il termine delle ostilità e assegna i tre punti alla squadra di Busto Arsizio che si proietta tra i vertici della classifica. Scintille all’uscita dal campo, subito sedate tra Martino e il portiere avversario frustrato dalla sconfitta. Prossimo seduta di allenamento sarà incentrata sulla resistenza mentale alle provocazioni, utile in partita, fondamentale nella vita.
All. Stefano Camors Guarda